Censimento per ASD e ONLUS

Lunedì 17 Ottobre 2011 15:07 stefano
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Alla luce delle recentissime circolari (n. 12 e 13 del 9 aprile) emanate dall' Agenzia delle Entrate si pubblica il testo del commento del Consulente Fiscale Libertas, Carlo Guglielminotti Bianco, per comprendere al meglio le intenzioni del legislatore in merito al Censimento ed ai controlli che saranno obbligatori per le Associazioni Sportive Dilettantistiche e le ONLUS


Circolare n. 12 Agenzia delle Entrate

Circolare n. 13 Agenzia delle Entrate

Comunicato Stampa dell'Agenzia delle Entrate

 

QUESTO IL COMMENTO DEL FISCALISTA SUL CENSIMENTO PER ASD E ONLUS

 

Il CONSORZIO STUDI E RICERCHE FISCALI del GRUPPO INTESA SANPAOLO nella sua Circolare Informativa n. 5 del 27 Marzo 2009 ha espresso un autorevole commento circa un aspetto “particolare” dell’operazione Censimento degli Enti no-profit prevista dall’art. 30 del Decreto Legge 29 Novembre 2008, n. 185 (cosiddetto “decreto anti-crisi”), convertito dalla Legge 28 Gennaio 2009, n. 2.

In sostanza il gruppo di lavoro INTESA SANPAOLO si è concentrato su questo argomento: le conseguenze del mancato adempimento del censimento da parte di un ente.

La questione non è di poco conto. La mancata comunicazione da parte dell’ente:
- è un inadempimento formale, soggetto a sanzione, ma l’ente non commerciale agevolato  tale rimane?
oppure:
- è un inadempimento sostanziale,  che comporta la decadenza dell’applicazione delle agevolazioni tributarie in capo all’ente che, da “non commerciale”, diviene a tutti gli effetti “commerciale”?

Il Centro Studi ha abbracciato e sostenuto la prima tesi.

Il tema non è secondario, a maggiore ragione se una tale entità, prima ancora dell’uscita del modulo di censimento, lo affronta. Potrebbe essere un segnale che nel Terzo Settore (o Settore No-profit) si respira un certo smarrimento di fronte a questa operazione.

D’altronde sulla materia specifica sussistono diversi dubbi che, temiamo, il provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate centrale che presenterà il modulo di censimento e le relative istruzioni di compilazione (doveva essere emanato entro lo scorso 31 Gennaio), non fugherà.

A partire dal quesito di fondo dell’intiera operazione: il censimento è un obbligo tout-court per tutti gli enti, oppure è un onere solo per quegli enti interessati a continuare a fare valere (se soggetti già in vita al 29 Novembre 2008) od a fare valere (per i soggetti di nuova costituzione dopo il 29 Novembre 2008)  il principio della “decommercializzazione” delle entrate da soci potenzialmente commerciali?

A dire la verità in àmbito sportivo il secondo capoverso del paragrafo “1.2.1.2 – Associazioni sportive dilettantistiche” contenuto nella
Circolare Agenzia delle Entrate n. 12/E del 9 Aprile 2009 in commento al suddetto art. 30, sembra abbastanza esplicito: gli enti associativi sportivi dilettantistici provvisti di posizione Iva sono tenuti alla comunicazione.
Per intenderci: tanto l’asd ciclistica senza settore giovanile che svolge attività agonistica solo grazie a proventi pubblicitari e di sponsorizzazione, quanto l’asd tennistica che, proventi pubblicitari e di sponsorizzazione a parte,  svolge attività agonistica anche grazie alle quote associative, ai contributi sociali ed ai corrispettivi delle prestazioni di servizi e delle cessioni di beni (noleggio campi, somministrazione di alimenti e bevande…) tutti “decommercializzati” perché attività effettuate nei confronti dei soci (anche quelli non agonisti)?

Ciò non toglie che tuttavia nel comparto sportivo le questioni aperte non mancano.

Il caso più eclatante è racchiuso proprio nel paragrafo 1.2.1.2  sopra citato, allorché il primo capoverso recita:

“Il comma 3-bis dell’art. 30 esonera dall’onere  della  trasmissione  dei dati e delle notizie rilevanti sotto il profilo fiscale gli enti associativi dilettantistici in possesso del riconoscimento ai fini  sportivi  rilasciato dal CONI che non svolgono attività commerciale”, salvo poi  precisare nel terzo capoverso:

“L’onere della comunicazione dei dati grava anche sulle associazioni  che effettuano operazioni strutturalmente commerciali anche se non imponibili ai sensi dell’ articolo 148, terzo comma, del TUIR e dell’ articolo 4 del DPR  n. 633 del 1972.”

Qui la questione è molto delicata, perché investe in particolare anche quelle asd gerenti impiantistica sportiva privata (palestre, piscine, …):titolari solo di numero di codice fiscale (8 o 9 come cifra iniziale) e non di posizione Iva, perché:

-         non svolgono attività commerciale verso terzi non soci (p.es. aziende) e quindi non conseguono entrate commerciali (p.es. proventi pubblicitari e da sponsorizzazioni);
-          svolgono attività “strutturalmente commerciali” verso i soci (cessioni di beni e prestazioni di servizi), ma i cui corrispettivi comunque denominati (quote associative, quote corsi, abbonamenti, corrispettivi specifici …) sono fiscalmente irrilevanti (quindi esentasse) grazie all’applicazione di norme agevolative (l’art. 148, comma 3 T.U.I.R. e l’art. 4, comma 4 D.P.R. n. 633/1972).

Gli enti in questione, se in possesso del riconoscimento ai fini sportivi rilasciato dal CONI (sarebbe opportuno che il legislatore chiarisse se si tratta del certificato di iscrizione al Registro CONI delle associazione e società sportive dilettantistiche):

-          sarebbero esonerati dalla comunicazione ai sensi dello specifico comma 3-bis dell’art. 30 del decreto legge n. 85/2008,

ma volendo mantenere vivo il regime agevolativo della “decommercializzazione” dei corrispettivi, sulla base del combinato disposto del comma 1 dell’art. 30 del decreto legge n. 185/2008 e del terzo capoverso del paragrafo 1.2.1.2. della Circolare n. 12/E sopra citata,

-          saranno tenuti all’adempimento della comunicazione.

Ed ecco che ritorniamo alla questione di fondo di cui in apertura: il censimento è un obbligo tout-court per tutti gli enti, oppure è un onere solo per quegli enti interessati a continuare a fare valere (se soggetti già in vita al 29 Novembre 2008) od a fare valere (per i soggetti di nuova costituzione dopo il 29 Novembre 2008)  il principio della “decommercializzazione” delle entrate da soci potenzialmente commerciali?

Il tutto potrebbe essere letto anche alla luce del passo contenuto nel paragrafo “2.4 Enti non commerciali” della Circolare n. 13/E del 9 Aprile 2009 della Direzione Centrale Accertamento dell’Agenzia delle Entrate (Prevenzione e contrasto all’evasione – Anno 2009 – Indirizzi operativi),  con la quale vengono fornite agli Uffici delle Agenzie delle Entrate periferici, in coordinamento con la Guardia di Finanza, le linee guida per avviare, in parallelo con il censimento degli enti no-profit di cui all’art. 30 del Decreto Legge n. 185/2008, una azione di monitoraggio e di controllo allo scopo di individuare i più rilevanti rischi di abuso dei regimi agevolativi di cui godono i suddetti soggetti.

Ultimo aggiornamento Sabato 11 Aprile 2020 17:23

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